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Rivoluzione nella bolletta della luce con il nuovo sistema di calcolo il costo dell’energia elettrica, appena varato dal Garante per l’Energia e il Gas: la tariffazione non sarà più ancorata al sistema dei costi progressivi (più consumi più spendi) ma a quello dei costi fissi per kW (kilowattora). Con conseguente risparmio per le famiglie numerose o per quelle che, comunque, sono abituate a consumare tanto. Avvantaggiati saranno anche coloro che sceglieranno come unica o prevalente fonte energetica l’energia elettrica ed ancora coloro che non hanno il gas ma usano, sia per il riscaldamento che per i fornelli, l’elettrico. Per tutti gli altri si registreranno rincari, cui andrà aggiunto, a partire già dal 2016 (forse in luglio-agosto), il costo del canone Rai in bolletta.
Attualmente il prezzo finale dell’energia elettrica è costituito da quattro grandi componenti: i servizi di vendita, le imposte, le tariffe per i servizi di rete: cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica; gli oneri generali di sistema: cioè i costi per sostenere attività di interesse generale per il sistema elettrico.
La riforma ritocca proprio queste ultime due voci: si passa, cioè, dall’attuale sistema di scaglioni a uno secondo costi differenziati. A riforma ultimata (come detto, dal 1° gennaio 2018), la tariffa per i servizi di rete e la tariffa per gli oneri di sistema – in totale oltre il 40% della nostra bolletta – saranno uguali per tutti e per ogni livello di consumo. Dal 1° gennaio 2017 il nuovo sistema a costi fissi (e non a scaglioni) riguarderà solo le tariffe per i servizi di rete, e successivamente si estenderà anche agli oneri di sistema. Dal 1° gennaio 2018 la riforma sarà a regime, applicando la piena struttura non progressiva anche alla tariffa per gli oneri generali di sistema. Dunque, dovremmo vedere i benefici a breve. In questo modo verrà diminuito l’effetto di progressività e limitato a solo due voci il numero di scaglioni di consumo annuo; verranno poi introdotte tutte le novità legate all’impegno di potenza, con l’offerta di un maggior numero di livelli tra cui scegliere.
Chi vorrà ad esempio installare dei climatizzatori a pompa di calore di ultima generazione al posto delle caldaie a gas potrà farlo pagando il kilowattora con una tariffa di rete e per gli oneri di sistema non progressiva ma “piatta”, uguale per tutti. Lasciando poi agli operatori l’opportunità di offrire contratti più o meno convenienti operando sui loro costi e margini.
L’impatto peserà (e anche tanto) sulle tasche famiglie piccole, coppie, single, persone che lavorano e passano gran parte della loro giornata fuori casa: per loro si parla di rincari annui tra i 19 euro e i 117, prendendo come parametri le fasce di utenti che attualmente consumano con potenza del contatore di 3kW, 900 kWh/anno e 1.500 kWh/anno. Al contrario per gli utenti che arrivano a consumare 6 mila kwh/anno i risparmi potrebbero sfiorare 582 euro.
Fonte: QuiFinanza